PELLEGRINAGGIO DI CARITA’ 13 – 23 AGOSTO 2019

Dal 13 al 23 agosto 7 furgoni e due pulmini e 24 volontari hanno portando aiuti in Bosnia. Questo anno abbiamo voluto ad inizio viaggio fermarci a Basovizza e portare un omaggio ai caduti delle Foibe e capire meglio la tragedia del popolo istriano attraverso il racconto della nostra guida Primo.

Il giorno 14 dopo le formalità doganali a Bijaca andiamo a Medjugorie per alleggerire un po’ i furgoni con il carico che ci servirà in Erzegovina nei prossimi giorni. Nel pomeriggio andiamo al campo profughi di Dubrava a Grude dove scarichiamo aiuti per gli ultimi 23 profughi ancora presenti e lasciamo il contributo a Marinko per l’acquisto delle medicine alle singole persone malate. Salutati gli amici del campo di Grude ci dedichiamo ad una breve preghiera presso la madonna di Tihaljna.

Il giorno 15 al mattino partecipiamo a Medjugorie alla messa in italiano per la festa dell’Assunzione di Maria e al pomeriggio andiamo a Domanovici per lo scarico ai “Campi irlandesi” dove distribuiamo alimentari e poi visitiamo le famiglie seguite dall’Associazione in questa zona lasciamo un contributo economico per la famiglia Nikolic’ e pacchi famiglia perparati da Felice di Rovello Porro e Emilio di Finale. Dopo cena partecipiamo all’Adorazione Eucaristica.

Il giorno 16 agosto di buon mattino raggiungiamo Sarajevo destinazione Sprofondo e alle 10.30  incontriamo presso l’associazione “ Obrazovanje grad BiH” il generale Jovan Diviak, eroe della guerra per essere rimasto a difendere Sarajevo durante l’assedio da parte dell’esercito serbo. Ci ha raccontato con molti particolari il periodo della guerra e ci ha fatto comprendere che l’unica medicina che può guarire i cuori feriti è il perdono reciproco e l’integrazione fra le diverse etnie. Dopo il pranzo scarichiamo il furgone di Paolo presso Sprofondo e nel pomeriggio andiamo all’orfanotrofio Sos Kinderdorf di Sarajevo dove, oltre a scaricare alimentari, pannolini, materiale scolastico e materiale per la pulizia, organizziamo una festa con giochi, musica e balli. E’ stata una bella festa con molti dei bambini venuti al campo estivo nei vari anni. E’ bello incontrare oggi, i bambini e i ragazzi e sentire ancora l’affetto che ci lega e il valore che l’esperienza al campo estivo ha lasciato nelle loro vite:

Il giorno 17 andiamo a Busovaca, una cittadina a nord di Sarajevo dove abbiamo instaurato una collaborazione con l’associazione “Dar Srza“ che si occupa di seguire le famiglie sociali in questa zona. Dopo lo scarico presso di loro, le famiglie inserite nel nostro progetto hanno organizzato una festa per ringraziarci del campo estivo. Al secondo anno di progetto possiamo ritenerci soddisfatti della collaborazione e degli obbiettivi raggiunti. Per una famiglia nella quale il papà si è ammalato, acquistiamo in loco una mungitrice semiautomatica. Dopo i saluti e le informative su alcuni bambini malati che seguiamo, facciamo rientro a Sarajevo e nel pomeriggio alle 17 andiamo all’orfanotrofio Bjelave e intratteniamo i bambini con musica, palloncini e distribuzione di giochi. Anche qui abbiamo l’occasione per rivedere e incontrare i bambini che sono venuti al campo estivo a Genova. Al termine della giornata Don Giovanni celebra la Santa messa.

Il giorno 18 al mattino presto partiamo per Srebrenica per una giornata dedicata al ricordo di quanto successo in Bosnia durante la guerra e per incontrare le famiglie dei ragazzi ortodossi e musulmani che sono venuti al campo estivo a Genova. Incontriamo i genitori presso l’Associazione Maja a Kravica e salutiamo i bambini e parliamo dei progetti comuni, delle difficoltà oggettive nello sviluppo e nella volontà di proseguire nella collaborazione. Ringraziamo i genitori e i responsabili delle associazioni di aver mandato al campo 8 bambini con due accompagnatrici Lasciamo aiuti a entrambe le associazioni  Lasciata Kravica ci rechiamo al memoriale di Potocari dove ci attendono alle 15 per la proiezione del film sull’eccidio di Srebrenica e la visita alla fabbrica allora quartiere generale delle forze Onu e dove cercarono rifugio la maggior parte della popolazione bosniaca di Srebrenica assediata dalle forze serbo bosniache del generale Mladic. Alle 17.30 celebriamo la Santa messa nella moschea del memoriale di Potocari affidando tutti i defunti del memoriale e i loro uccisori alla misericordia del Padre. Terminata la Messa facciamo ritorno a Sarajevo con il nostro carico di emozioni per quanto visto e vissuto in questa giornata.

Il giorno 19 come da programma andiamo nella località di Fojnica dove portiamo aiuti agli ospedali psichiatrici di Bakovici e Drin. Andiamo prima all’ospedale di Bakovici, una struttura con 480 ricoverati tutti adulti, dove arriviamo alle 10.00; come consueto già al cancello ci sono i primi abbracci Un piccolo gruppetto di noi scarica gli aiuti, mentre la maggior parte del gruppo si dedica all’animazione nel piazzale antistante l’ospedale. Da una parte c’è la musica e i balli a cui partecipano ricoverati, volontari e personale dell’istituto, mentre in un altro punto si gonfiano palloncini modellati per tutti e si distribuiscono caramelle morbide, in altri punti alcuni volontari si intrattengono con i ricoverati, ognuno vuole raccontare la propria storia e ritroviamo Ielena che ci aggiorna sui suoi figli Mato ci racconta della sua vita da disabile a causa della guerra. Ognuno vuole avere un momento personale, molti di loro parlano inglese molto bene segno di una vita precedente. Salutiamo Nesad amico da molti anni che sulla sua carrozzella si informa delle nostre famiglie o di chi in questo viaggio non è presente. In un altro punto Don Giovanni con la chitarra intrattiene un gruppo numeroso di ricoverati accompagnando i loro canti in serbo croato. Sono due ore e mezza di vera amicizia con tanta tantissima gioia e tanti abbracci. Alle 12.30 concludiamo la festa con un mega trenino danzante. Dopo il pranzo al sacco, alle 15:00 arriviamo al Zavod Drin, una struttura che ospita circa 450 ricoverati, in questo ospedale si trovano pazienti psichiatrici anche gravi e alcuni padiglioni di bambini e ragazzi. Dopo lo scarico di alimentari, materiale ospedaliero, detersivi e pannoloni visitiamo alcuni reparti della struttura. Ci accompagna Nihada una infermiera e insieme a lei visitiamo i reparti dei bambini portando abbracci, peluches e caramelle geleé. Salutiamo bambini e operatori e ancora carichi di emozioni e mille domande nella testa raggiungiamo Sarajevo dove celebriamo la Santa messa nel giardino dello studentato presso cui alloggiamo.

Il giorno 20 agosto è un giorno importante perché a Sarajevo presso i locali di Sprofondo nella Parrocchia di Dobrinija abbiamo inaugurato l’ambulatorio sociale di fisioterapia “Casa Angela – L’ambulatorio per tutti” dedicato alla nostra amica Angela Bozzer. La predisposizione di questo ambulatorio è stato reso possibile grazie alla preziosa collaborazione con Alphamed che ha fornito gratuitamente le attrezzature necessarie. Lasciamo Sarajevo e scendiamo a Konijc presso i locali della Merhamet dove ci attende Nazif, responsabile della sede di Konijc, con il quale collaboriamo ormai da molti anni e si è ormai consolidata una profonda stima reciproca. Presso il magazzino della Merhamet scarichiamo pannoloni e i materiali che nei viaggi precedenti avevamo concordato. Nel piccolo ufficio incontriamo le famiglie del progetto “Aiutami a non andare in Orfanotrofio” a cui consegniamo i pacchi famiglia preparati da Felice di Rovello Porro e da Daniela e Marco di Gambolò e il previsto aiuto economico. Anche in questo viaggio parliamo singolarmente con ogni famiglia per sapere l’evoluzione della situazione e modulare l’aiuto sulla base delle effettive esigenze di ogni famiglia. Di volta in volta la situazione si modifica, un lutto, una malattia, un lavoro perso e uno ritrovato; questo è il fondamento del progetto: seguire le famiglie giorno dopo giorno nel divenire della vita con l’obbiettivo di fornire l’aiuto nel momento del bisogno e aiutare a camminare, chi dopo il periodo di aiuto, può proseguire da solo. Incontriamo inoltre i bambini malati a cui consegniamo le medicine. In questa cittadina la nostra Associazione porta avanti ormai da 6 anni il progetto “Fisioterapia quotidiana“attraverso il quale il fisioterapista dell’Associazione incontra settimanalmente i bambini disabili seguiti e verifica i progressi e dà le consegne alle famiglie per la settimana. Il servizio viene svolto in collaborazione con il Centro Sociale di Konijc che ci ha messo a disposizione una palestrina della scuola. Il progetto nasce dall’esigenza di assicurare ai bambini e ragazzi più disagiati un servizio di fisioterapia che altrimenti non esisterebbe se non per i più benestanti. Lasciamo Konijc e scendiamo a Dreznica per verificare i progressi della famiglia di Kadira. La casa dopo i lavori è in buone condizioni e tutto è pulito; anche a loro lasciamo un abbondante pacco famiglia e salutiamo. Alle 18 siamo alla Sacra Famiglia di Mostar dove scarichiamo un buon numero di pannoloni e nel giardino partecipiamo alla messa celebrata da Don Giovanni. Alle 20 arriviamo a Medjugorie per riposare e organizzare gli altri giorni di viaggio.

Il 21 agosto al mattino alla 6.30 saliamo sulla Collina delle Apparizioni per la preghiera comunitaria guidata da Don Giovanni e poi dedichiamo un pò di tempo alla preghiera personale davanti alla “Gospa” affidando a Maria tutte le persone, le intenzioni e i pensieri affidatici e custoditi nel nostro cuore. Alle 10.30 partiamo per Capljina destinazione campo profughi di Tasovcici. Lì con una temperatura di 42 gradi distribuiamo pacchi famiglia preparati al momento con pasta, riso, olio, biscotti, dadi, pelati, legumi, latte, marmellata, detersivi piatti e corpo e sapone di marsiglia, il tutto modulato secondo il numero dei componenti la famiglia. Dopo la distribuzione salutiamo i nostri amici e ci spostiamo a Hobina dove risiedono ex profughi in difficoltà e ai quali consegniamo pacchi famiglia preparati da Daniela e Marco di Gambolò Rientriamo a Medjugorie in tempo per partecipare al programma di preghiera internazionale.

Sabato 22 al mattino partiamo per Mostar. La prima destinazione è la famiglia di Mirsada per la quale la situazione strutturale della casa del comune è in continuo peggioramento. Visitiamo poi la famiglia di Djenana e incontriamo i due bimbi, promettendo ad Ajla che in questo anno potrà seguire la sua passione ed iniziare un vero corso di danza classica anziché imparare soltanto guardando la televisione. Alle 11.00 presso la Santa Famiglia incontriamo alcuni bambini e ragazzi malati; Faris a cui diamo tutti i materiali per le medicazioni; Borislav e Robert i due bimbi di Mostar con problemi ai piedi e per i quali nel mese di settembre finalmente è previsto l’intervento con costi a carico dell’associazione ed infine un bimbo affetto da epilessia.  Alle 12 ci spostiamo all’Orfanotrofio di Mostar dove abbiamo appuntamento con la direttrice per parlare dei progetti portati avanti dall’Associazione e per verificare, come ogni anno, l’opportunità di modificare o integrare qualcosa dei progetti stessi. Dopo una bella chiacchierata si decide di proseguire con i progetti in corso (corso cucina – danza – musica – arti espressive e  doposcuola) e di aggiungere il progetto di logopedia perché come espresso dalla direttrice Dalida i bambini che hanno necessità di logopedia sono molti e non per tutti si riesce. Scarichiamo molti alimentari e prodotti per l’igiene e al termine ci offrono il pranzo e riusciamo a mangiare insieme ai bambini. Alle 16.30 rientriamo a Medjugorie e alle 19 partecipiamo al programma serale di preghiera con l’adorazione. Dopo cena ci raccogliamo per un momento di preghiera di lode comunitaria con Don Giovanni.

Venerdi 23 agosto si rientra a casa con partenza alle 5.00.

Grazie Maria perchè ci hai aiutato a dare e fare il nostro meglio con gioia e serenità, illuminando il nostro cammino e dandoci la forza di affrontare difficoltà, paure e insicurezze.

Grazie Maria che ci hai permesso di essere le tue mani tese verso il prossimo sofferente perché malato, orfano, solo, abbandonato, anziano, arrabbiato, depresso.

Grazie Maria perché in questo viaggio ci hai accompagnato in ogni incontro, in ogni mano stretta, in ogni abbraccio, in ogni lacrima, in ogni storia drammatica ascoltata; senza il tuo aiuto non saremmo riusciti a vedere, ad ascoltare a comprendere e a cercare di condividere la sofferenza dei fratelli